martedì 1 gennaio 2008

I bambini delle fogne di Bucarest


IL DRAMMA DEI POVERI BAMBINI DI BUCAREST

Scrivo quest'articolo dopo aver letto I bambini delle fogne di Bucarest di Massimiliano Frassi: è un libro che segna veramente tanto una persona.
Come si fa a violentare bambini di 15 mesi? E non solo: bambine cresciute solo per servire quei porci di turisti, che vanno lì solo per godere con bambini di 10 anni che li toccano e che fanno provare loro piacere…
Questi uomini, se così si possono chiamare, sfruttano i bambini facendoli vivere nella miseria, facendoli convivere con ricordi che rimarranno per sempre nelle loro menti.
Bambini con la sigaretta in mano, con il sacchetto della colla (per chi non lo sapesse è una droga, peggiore della coca), con la sifilide, con la tigna e con l'aids. Vivono nelle fogne, con topi, scarafaggi ed escrementi; molti si chiederanno come sia possibile, e invece è proprio vero, questo è quello che accade a Bucarest…
Dopo aver letto questo libro ho pensato a quanto sono fortunata, a quanto siamo fortunati noi e a quanto siamo felici, al contrario di loro che si accontentano di un semplice sorriso di un amico.
I turisti che si recano là, con uno solo di quei sorrisi, riescono a guadagnarsi la fiducia dei bambini, per poi sfruttarli per i loro comodi… Anche in mezzo alla strada, se vedono un bambino piccolo, gli vanno vicino con un semplice sorriso, si tirano giù i pantaloni e lo obbligano a soddisfare ogni loro desiderio.
Poveri bambini… come si fa a violentarli? loro che vorrebbero solo riuscire a vivere senza essere sfruttati per esaudire la volontà degli altri.
Spesso i turisti, quando li violentano, trasmettono loro l'aids e magari capita che mettano incinte bambine di 14 anni, che poi concepiscono altri bambini contagiati anch'essi dall'aids, che vivranno per strada e che verranno anch'essi violentati, perché questa è la sorte di tutti i bambini di Bucarest.
Finisco dicendo che sarebbe bello se questi bambini avessero un futuro davanti a loro, cosa che per ora non hanno…

Marta Penati, Istituto Virgilio, Milano


Meglio la pagliuzza ...

Fra poco uscirà un film sulla storia di un clown, ch è riuscito a salvare molti bambini "abbandonati", che vivevano e vivono tutt' ora, nelle fogne e nei sotterranei di Bucarest।

Questa vicenda, mi riporta alla mente, quanto sia poco sentito, anche nella civilissima e religiosa Italia, il problema dei bambini che vivono negli istituti.

Queste comunità, prevalentemente religiose, dovevano essere chiuse e sostituite da case-famiglia, ma come tante leggi, anche questa, è stata fatta ma mai applicata.

Uno degli scopi di questo blog, è proprio di stimolare l'attenzione su questo argomento, così poco sentito da politici, da giudici minorili e da assistenti sociali, ma vissuto malamente sulla propria pelle dai bambini.

Forse, i bambini, non votando e non facendo scioperi o blocchi stradali, sono considerati "cittadini di seconda categoria", o forse, venendo da realtà scomode, o difficilmente recuperabili, sono destinati solo a riempire le carceri o le panchine delle stazioni.

Non vedo interesse, non sento indignazione, non percepisco "aria di cambiamento", ma solo stagnazione, disamore, indifferenza o fastidio, per questa realtà che nessuno ha voglia di affrontare, con realismo e determinazione.

Come italiana, mi sento orgogliosa della moratoria sulla pena di morte, ma altrettanto mi sento indignata, per come vengono dimenticati i bambini negli istituti, scomodi ed inascoltati testimoni della pochezza umana.
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Giuseppina


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