Ora è tempo di lezioni regionali e comunali: tutti parlano di quello che faranno, alcuni in modo dettagliato, altri tenendosi sul vago, così non si scontenta nessuno. Tutti promettono mari e monti, si affannano in comizi, riunioni, visitano contrade, incontrano cittadini, parlano alla radio ed alla televisione. C’è fibrillazione, si direbbe che una sorta di febbrile eccitazione pervada tutto il paese: ma eccitati sono solo i candidati e coloro che li circondano interessati: il popolo assiste pazientemente all’ennesimo show, cambiano gli attori, la trama è la stessa: una sterile ripetizione di copioni già visti, una esibizione di giochi di potere in cui è difficile riconoscere il bene e l’interesse della popolazione. Raramente si vede riproporre il vincitore delle precedente elezione a dimostrazione degli scarsi e deludenti risultati ottenuti, se non addirittura per intervenuti guai giudiziari. La gente, immersa nei problemi della perdurante e sempre più grave crisi economica ed industriale ( non è affatto vero che ne stiamo uscendo, ci siamo dentro in pieno e chissà quando ne usciremo ) assiste al solito teatrino con indifferenza se non con noia. Si sentono tante parole, promesse, programmi a cui non corrisponderanno fatti concreti, perché ormai la politica è fatta di progetti regolarmente non attuati, di promesse che rimarranno tali a beneficio del prossimo candidato. Un ulteriore elemento di sconforto è la disaffezione dei giovani dalla politica, rivelando che il mondo virtuale non si confronta con quello reale dove si vive, si lavora, si fatica e ci si costruisce. Ai giovani manca spesso la cultura ( ma non solo a loro ) e senza cultura non si va da nessuna parte, senza cultura non si vedono i problemi, mancano gli attrezzi per fare le analisi, latitano i materiali per costruire le idee, sono carenti i rapporti con gli altri uomini, manca la capacità di intercettare la realtà nella sua multiforme complessità. Un uomo semplice va bene per un lavoro semplice, in politica occorre essere complessi, sfaccettati, colti, informati dei più disparati argomenti e soprattutto abituati al lavoro di equipe. L’umiltà dell’ignoranza, la sete di sapere, la perseveranza nel lavoro, la rettitudine nelle azioni, la capacità di analisi dei dati che sola può portare a sintesi intelligenti sono le doti che ricerco in un uomo che voglia essere il mio politico di riferimento.
Il peggior peccato contro i nostri simili non è l'odio, ma l'indifferenza: questa è l'essenza della disumanità.
giovedì 4 febbraio 2010
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