mercoledì 9 gennaio 2008

Che cosa è un cancro


A Cura del Dr. Roberto Saccozzi - Specialista in Chirurgia generale e in Oncologia –

Già Vicedirettore Dipartimento Oncologia Chirurgica dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano

La parola cancro è sufficiente a destare timore, ma, senza sminuire la gravità della patologia che il termine cancro definisce, è opportuno parlarne, perché tacere non giova agli ammalati, né ai loro parenti, e neppure alle persone sane.

Come per tutto quello di cui si ha paura, anche il cancro perde un poco della sua drammaticità quando lo si affronta razionalmente. Molto resta ancora da fare nella lotta contro questa malattia a livello di ricerca, di prevenzione, di diagnosi precoce, di terapia e di riabilitazione.

Molti traguardi sono stati raggiunti, ma la soluzione del problema è ancora lontana. Tuttavia non siamo così impotenti come taluni possono credere: entro certi limiti è possibile curare in modo definitivo il cancro, molto dipende dalle strutture e dai medici, ma ancora di più dipende da noi stessi, dalla nostra attenzione ai vari segnali che il nostro corpo ci invia, dalla nostra sollecitudine e dal nostro stile di vita.

Con il termine cancro si indicano genericamente tutti i tumori maligni: più esattamente si dovrebbe parlare di cancri, perché si tratta di diversi tipi di malattie che colpiscono organi e tessuti differenti, che richiedono quindi esami diagnostici e soluzioni terapeutiche particolari per ogni tipo di tumore.

Esistono però alcune proprietà comuni a tutti i tumori e che consentono di fare un discorso generale.

Le cellule sono le unità morfologiche elementari di tutti gli esseri viventi e, pur con le dovute differenze, presentano sempre la stessa struttura di base. La loro attività è regolata in modo armonico, le cellule dipendono le une dalle altre e si completano reciprocamente. Le cellule invecchiano e, quando hanno concluso il loro ciclo biologico, vengono sostituite da altre cellule del tutto identiche attraverso una divisione di altre cellule. Questo meccanismo di solito è perfettamente sorvegliato da una serie di “ controllori “ il cui funzionamento è il presupposto per una corretta omeostasi. Se questi controlli vengono meno la moltiplicazione cellulare avviene in modo ed in misura incontrollata. La cellula impazzisce, perde alcune sue proprietà, ne acquisisce delle altre e comincia a moltiplicarsi al di fuori di ogni regola. Il potenziale di proliferazione delle cellule “impazzite” è enorme. A causa di un guasto nel meccanismo che controlla la replicazione, queste cellule si dividono anche quando non dovrebbero, generando altre cellule con lo stesso difetto di regolazione. Possiamo paragonare la cellula tumorale ad una automobile che non riesce a fermarsi perché ha l’acceleratore premuto o il freno guasto.

La capacità di proliferare in modo incontrollato amplifica la popolazione cellulare che aumenta di numero nel tempo secondo una funzione esponenziale: a danno delle cellule sane, che finiscono per essere soppiantate dalle più vivaci ed esuberanti cellule tumorali.

Sia le cellule di un tumore benigno che di un tumore maligno tendono a moltiplicarsi in modo esagerato, ma solo quelle maligne in conseguenza di ulteriori guasti nei meccanismi di controllo riescono a staccarsi dal nucleo del tumore primario, ad invadere i tessuti e a migrare a distanza per via sanguigna o linfatica per andare ad insediarsi in altri organi. Questo processo che può durare mesi, nei tumori più aggressivi, o, più frequentemente anni nella maggior parte dei casi, diffonde la malattia ad organi vitali come polmoni, fegato e cervello, causando la morte.

Questo processo si chiama metastatizzazione e le metastasi rappresentano la fase più avanzata della malattia costituendo la reale causa dei decessi per cancro.

Perché la cellula impazzisce?

Oggi sappiamo che i tumori si sviluppano in seguito a delle mutazioni, cioè dei difetti e delle alterazioni che si verificano nei geni che presiedono al controllo della moltiplicazione cellulare, alla loro adesione e alla loro mobilità. I geni sono localizzati nel DNA, sede di tutte le informazioni ed istruzioni in base alle quali ogni cellula funziona. Il tumore si forma per un accumulo di mutazioni, che progressivamente trasformano una cellula sana in una neoplastica, facendole acquisire via via caratteristiche sempre più aggressive ed invasive. Solo in rari casi le cause necessarie e sufficienti allo sviluppo di un tumore sono già scritte all’origine nei geni: sono ereditate in geni difettosi dai genitori e provocano precocemente tumori maligni. Esempi di questo tipo sono il retinoblastoma ( tumore dell’occhio), il nefroblastoma ( tumore del rene ), il carcinoma midollare familiare della tiroide, la poliposi familiare congenita.

Le mutazioni avvengono in tempi diversi, in sequenza, e sono determinate nella maggioranza dei casi da cause ambientali: esposizione prolungata nel tempo ad agenti fisici, chimici, virali. Il fumo di sigaretta, l’amianto, alcune sostanze sviluppate dalla combustione del petrolio o del carbone,l’alcol, una dieta particolarmente squilibrata, i raggi ultravioletti del sole, sostanze chimiche nelle lavorazioni industriali o usate in agricoltura, possono sommarsi ad una certa fragilità genetica predeterminata e arrivare a provocare mutazioni che, alle stesse dosi e per lo stesso tempo di esposizione, non provocano danni in altre persone.

In questi anni è stata portata a termine la decrittazione della sequenza del genoma umano, pietra miliare per la identificazione dei geni e delle proteine strutturali ed enzimatiche, che sono alla base del “programma uomo”. Non sarà un lavoro facile e breve, ma sicuramente permetterà in un non lungo lasso di tempo di giungere alla interpretazione dei meccanismi che sono alla base di questa patologia.












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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sicuramente, per i non adetti ai lavori finalmente una esposizione semplice e chiara.
Grazie.
Noi possiamo semplicemente contribuire con piccoli contributi alla ricerca. Chiedendo semplicemente ai Medici di ricordarsi di essere esseri umani come i loro pazienti.

Giuseppina ha detto...

Ciao Ptag e grazie.
Per fortuna ci sono anche medici che della loro "professione", ne fanno ancora una missione.
Grazie di essere passato di qui ... se ti fa piacere ritorna ...
Giuseppina

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