venerdì 30 maggio 2008

Gli invisibili


Ragazzi di strada, la cattiva coscienza del mondo civile che, riesce a creare emarginazione. Diritti e benessere per una parte, ombre e strade obbligate del dovere, non cercato, per altri, nella strada del sopravvivere, quando il semplice vivere diventa un lusso.

Ragazzi di strada sono il nostro alter ego, il nostro specchio contrario, di quello che, avremmo potuto o potremmo essere , ecco perché evitiamo di guardarci in quello specchio, per la paura di vedere un qualcosa, che, non vorremmo mai vedere.
La nostra vita è una foto sviluppata e stampata, dalla scenografia invitante, loro sono il negativo irriconoscibile.
Sono gli invisibili, che, non vogliono farsi vedere e quando lo fanno, lo fanno in modo dirompente e sguaiato, oltre la misura .
Sono gli invisibili, perché non vorremmo che esistessero, sono i fantasmi che vorremmo, muti e felici, nel loro mondo e che vorremmo non entrassero mai nel nostro.
Chi sono e come si diventa fantasmi ed invisibili?
Sono i rimasugli, i detriti, la spazzatura del nostro vivere, dei nostri vizi e della nostra società dai consumi esasperati, senza ritorni. Sono i deboli, i fragili, i delusi, i soli del mondo. Sono gli usa e getta, gli usati e gli usabili. Sono gli apparentemente liberi Ed, allo stesso tempo, sono quelli che hanno il più alto muro del ghetto che, mai uomo abbia costruito, attorno a loro. Sono gli emarginati, che, vivendo e nutrendosi di emarginazione, creano, altra ed ancora più grande, emarginazione. E’ un fossato che progressivamente si allarga, riempiendosi di violenza, paure, inganni per la sopravvivenza quotidiana, bugie e menzogne, ansie, paura, angoscia, disperazione che, si annulla e si dilata nell’alcool, nella droga e negli interminabili silenzi o nelle dirompenti urla, senza risposta. In ognuno di loro, c’è l’aspetto negativo di noi, il rovescio della medaglia della abbondanza, un secchio già svuotato, un tegame già grattato dai rimasugli di cibo, sono il nostro cattivo odore, la nostra puzza insopportabile, gli occhi allucinati, gli sguardi pazzi, i discorsi senza senso e senza scopo, le idee confuse, la non certezza e i non scopi, di cose e gesti che per noi, sono noiose e obsolete ovvietà. Sono lì, eppure sono altrove. Sono lì, eppure c’è un muro invalicabile tra noi e loro. Sono il nostro inconscio collettivo. Sono coloro che, se lasciati a loro stessi, alimenteranno il popolo della notte, il popolo degli invisibili e dei fantasmi che, si rivelano per uomini solo quando urinano negli anfratti e nei passaggi ameni, e, come cani, lasciano il segno di se, delimitando un territorio che non c’è, nella dimensione del niente.

1 commento:

Unknown ha detto...

Giuseppina continuo ad avere stima di te per quello che scrivi e che pensi, hai proprio ragione ci sono anche loro I FANTASMI di cui non si osa mai parlare...chissà perchè poi, in fondo sono solo esseri umani....ciao alla prossima!

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E' sempre molto difficile parlare di se ... meglio scoprirlo ... Il ricordo è un traditore che ferisce alle spalle. Il ricordo è un consolatore molesto (Sören Kierkegaard)
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