sabato 2 maggio 2009

Il lato B della politica.

Come al solito la sinistra ha sbagliato tutto: quando ha saputo che Berlusconi metteva in lista per le Europee un folto gruppo di starlets non doveva gettare in piazza e sui giornali la notizia, ma doveva posticipare la critica alla chiusura delle liste elettorali. Invece ha pubblicizzato l’avvenimento con il risultato di permettere a Berlusconi di modificare all’ultimo momento la composizione dei candidati. Resta, a parte lo sdegno della signora, lo squallore di una politica spettacolo che, per essere tale, deve assumere personale adatto alla bisogna e quindi rivolge la sua attenzione e le sue scelte al Bagaglino ed al Grande fratello. Resta lo squallore di un popolo bue affascinato dal pifferaio di Hamelin, che , come ipnotizzato, si getta nel fiume dell’abissale idiozia, della mancanza di etica, della turpitudine morale. Non siamo mai stati una Nazione, se non allo stadio di calcio, ci siamo sempre distinti per litigiosità da cortile, mancanza di senso civico, corruzione, senza dimenticare che in quattro regioni comanda la criminalità organizzata. Non so se ora abbiamo toccato il fondo, ma la prospettiva di essere sottoposti ad un regime monocratico, autoreferenziale, applaudito da una moltitudine di servi sciocchi, mi fa veramente schifo. Non riesco a capire come un imbonitore da fiera, un piazzista di idee banali, un politicante che non ha mai fatto un discorso politico riesca ad affascinare così tanta gente. Sarà perché sono stata educata in una famiglia con certi valori che preferisco i fatti alle promesse, la serietà alla battuta di spirito, l’etica all’avanspettacolo. Quello che mi piace nel Popolo della Libertà, che potrebbe da ora cambiarsi in Popolo del Libertinaggio, e nei suoi più importanti esponenti è la capacità di critica e di libera opinione. Un tappeto di lacchè, di portaordini, di signorsì che si esprime con la voce monocorde, da sintetizzatore, e con la vacua fissità dello sguardo del suo autorevole portavoce ufficiale. La banalità delle idee, l’omologazione del linguaggio, l’obbedienza assoluta al capo caratterizzano un partito che nel suo insieme mi ricorda un alveare con la sua Ape Regina. Quale sarà il prossimo fuco?

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